De fides
E' qualche tempo che mi interrogo sul senso e sull'origine della fede (in senso non solo religioso), che è un concetto che non ho mai capito del tutto, probabilmente non avendone mai avuta...
Per quanto riguarda le origini, e volendo prendere come esempio un individuo quadratico medio (IQM) contemporaneo, il discorso è abbastanza semplice: crescendo in un contesto indirizzato verso una fede (cattolicesimo, induismo, marxismo, fascismo e via discorrendo) il nostro IQM verrà volontariamente o meno direzionato verso lo stesso approdo ideologico da chi con lui divide l'ambiente in cui si sviluppa, o da chi lo educa. Inoltre poi, con l'età scolare si inserisce nel quadro un nuovo elemento fortemente condizionante, che è la società cattolica (ma non praticante nella maggiorparte dei casi) in cui viviamo, che attraverso la scuola (ora di religione, in teoria storia delle religioni, e non religione cattolica) e attraverso le "usanze" (comunione, cresima) radicate nella nostra società, indirizza ulteriormente verso una fede (in questo caso appunto, cattolica). Questo è solo un esempio, il concetto che voglio esprimere è che ad un individuo QM contemporaneo, viene fatto fin dalla nascita un "lavaggio del cervello" soft ( http://kaeel.blogspot.com/2008/04/kaeel-dixit-v.ht- ml ) per il quale arriva all'età della ragione con delle idee non ragionate che da per vere, avendo riferimenti a senso unico.
Molto fedi (da cui derivano altrettante morali), si basano sull'assunto che bisogna comportarsi in un certo modo, per non dover pagare terribili conseguenze. Qui le religioni hanno avuto un colpo di genio, rimandando la punizione per un eventuale comportamento errato, all'al di la, privando di fatto l'IQM di qualsiasi possibilità di verifica di questo assunto, e obbligandolo a dare per vero il "credo" della religione in questione.
L'altro colpo di genio l'hanno avuto tutte le correnti che partono dalla New Age, introducendo concetti affini (se non identici) al karma Induista-Buddhista, ma slegandolo dalle religioni, affermando di fatto "fai del bene e la tua vita andrà bene, fai del male e questo ti si ritorcerà contro", concetto che in una società composta in parte da soggetti non inclini a credere in questa o quella religione, ma comunque "sensibili" e convinti dell'importanza del "bene" ha avuto molto successo.
Il problema che da questo deriva è la mancanza di riscontri oggettivi e materiali, che non siano frutto di convinzioni del soggetto "votato" a questa "fede", ma spesso il soggetto in questioni è talmente convinto, da trovare giustificazioni al male che gli accade nella vita (pur comportandosi benissimo) che riconduce a un Karma da scontare risalente a vite passate.
Il problema è che nell'uno o nell'altro caso (specie tra i giovani) comincia a serpeggiare la consapevolezza che in realtà tutto questo non corrisponda a realtà, non per il fatto che ci sia una maggiore introspezione o riflessione su queste tematiche (anzi), ma semplicemente perchè i nuovi "bancomat d'opinioni" sbandierano continuamente esempi che contraddicono quanto affermato da millenni dalle religioni e da qualche anno dalla new age, e in generale, per quanto accade nel mondo, anche un IQM con scarsa densità neuronale si rende conto di quanto affermo, seppur in modo inconsapevole.
Anche (e forse soprattutto) da qui, a mio avviso, nascel'enorme disagio che caratterizza le nuove generazioni, e la tendenza quindi all'estremo (droga, pgold, rave, sport estremi, hardcore, promiscuità etcetc), nell'errata convinzione di essere differenti, da chi invece cerca un senso "alle cose" attenendosi a schemi piu tradizionali (appunto, fede religiosa per esempio).
Quello che credo io, la mia fede, è che l'unico metro intelligente sia una morale libera e flessibile, che risponda unicamente a se stessi (non intendo in senso egoistico), comportarsi in base a ciò che si ritiene giusto, rispetto a idee ragionate e non a dottrine inculcateci da altri, non credo che ci sia bisogno di rifarsi a una qualsiasi fede per essere "uomini retti", semplicemente è una scelta... La stragrande maggioranza dei sensi di colpa che proviamo nella vita derivano da ciò che ci hanno raccontato fosse giusto o sbagliato, e non a un'idea auto costruita del mondo e delle sue dinamiche... ovviamente è più semplice non porsi problemi [qui ci dà un esempio di fine intelligenza il nostro amato Papa, che ritiene sbagliati i metodi anticoncenzionali (e ricordiamo che il preservativo protegge non solo dalle gravidanze), non contemplando la questione del sesso giovanile, omosessuale o semplicemente non coniugale, per il semplice fatto che il credo cattolico non lo contempla]...
Il problema delle fedi, è che ovviamente non possono comprendere l'intero spettro delle manifestazioni umane, ma al contrario di quello che può fare un individuo che ragiona e che di volta in volta può rapportarsi a situazioni diverse in base alla propria coscienza, le fedi non cambiano, perchè ciò significherebbe ammettere che parte di quello che si è sostenuto a lungo sia sbagliato, minando cosi le fondamenta su cui si regge la fede stessa.
1 commenti:
Consiglio il libro di Ramachandran (Eminente Neurologo) " La donna che morì dal ridere." Davvero un bel libro sui misteri della mente umana, tra cui un capitolo su come si forma la fede a livello cerebrale. Yò
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