La Paura
La paura.
Che la denuncia sia ormai solo il compito dei pochi singoli, preti, maestri, medici, i pochi politici onesti e gruppi che interpretano il ruolo della società civile.
E il resto? Gli altri se ne stanno buoni e zitti, tramortiti dalla paura?
La paura. L’alibi maggiore. Fa sentire tutti a posto perché è in suo nome che si tutelano la famiglia, gli affetti, la propria vita innocente, il proprio sacrosanto diritto a viverla e costruirla.
Ma non avere più paura non sarebbe difficile.
Basterebbe agire, ma non da soli.
La paura va a braccetto con l’isolamento. Ogni volta che qualcuno si tira indietro crea altra paura, che crea ancora altra paura, in un crescendo esponenziale che immobilizza, erode, lentamente manda in rovina.
“Si può edificare la felicità del mondo sulle spalle di un unico bambino maltrattato?”, domanda Ivan Karamazov a suo fratello Aljosha.
Ma voi non volete un mondo perfetto, volete solo una vita tranquilla e semplice, una quotidianità accettabile, il calore di una famiglia.
Accontentarvi di questo pensate che vi metta al riparo da ansie e dolori.
E forse ci riuscite, riuscite a trovare una dimensione in cui trovate serenità. Ma a che prezzo?
Se i vostri figli dovessero nascere malati o ammalarsi, se un’altra volta dovreste rivolgervi a un politico che in cambio di un voto vi darà un lavoro senza il quale anche i vostri piccoli sogni e progetti finirebbero nel vuoto, quando faticherete ad ottenere un mutuo per la vostra casa mentre i direttori delle stesse banche saranno sempre disponibili con chi comanda, quando vedrete tutto questo forse vi renderete conto che non c’è riparo, che non esiste nessun ambito protetto, e che l’atteggiamento che pensavate realistico e saggiamente disincantato vi ha appestato l’anima di un risentimento e rancore che toglie ogni gusto alla vostra vita.
Perché se tutto ciò è triste la cosa ancora più triste è l’abitudine.
Abituarsi che non ci sia null’altro da fare che rassegnarsi, arrangiarsi o andare via.
Chiedo alla mia terra se riesce ancora ad immaginare di poter scegliere.
Le chiedo se è in grado di compiere almeno quel primo gesto di libertà che sta nel riuscire a pensarsi diversa, pensarsi libera.
Non rassegnarsi ad accettare come un destino naturale quel che è invece opera degli uomini.
Quegli uomini possono strapparti alla tua terra e al tuo passato, portarti via la serenità, impedirti di trovare una casa, scriverti insulti sulle pareti del tuo paese, possono fare il deserto intorno a te.
Ma non possono estirpare quel che resta una certezza e, per questo, rimane pure una speranza.
Che non è giusto, non è per niente naturale, far sottostare un territorio al dominio della violenza e dello sfruttamento senza limiti.
E che non deve andare avanti così perché così è sempre stato. Anche perché non è vero che tutto è sempre uguale, ma è sempre peggio.
Perché la devastazione cresce proporzionalmente con i loro affari, perché è irreversibile come la terra una volta per tutte appestata, perché non conosce limiti.
Perché là fuori si aggirano sei killer abbrutiti e strafatti, con licenza di uccidere e non mandato, che non si fermano di fronte a nessuno.
Perché sono loro l’immagine e somiglianza di ciò che regna oggi su queste terre e di quel che le attende domani, dopodomani, nel futuro. Bisogna trovare la forza di cambiare.
Ora, o mai più. "
Roberto Saviano
Copyright 2008
by Roberto Saviano
Published by arrangement
of Roberto Santachiara
Literary Agency
In un paese normale sarebbe un eroe protetto da tutta la popolazione perchè si batte per tutti... Qui in italia è scoperto perchè alla gente non gle ne fotte un cazzo di niente che sia più lontano del proprio naso! Chi dovrebbe fare qualcosa contro chi lo minaccia non lo fa perchè poi gli mancherebbero i voti per essere eletto... chi li elegge si disinteressa di quello che succede... e chi lo vuole ammazzare spera che la massa continui a disinteressarsi di tutto sapendo benissimo che non alzeranno mai la testa. Quei pochi che si ribellano si sistemano in fretta... E' già successo con Falcone, Borsellino succederà anche con lui... un po' di clamore, un po' di indignazione e poi ritornerà tutto come prima o come dice lui: "non è vero che tutto è sempre uguale, ma è sempre peggio."
Ciao _lizard_
5 commenti:
che dire?è solo una delle tante conseguenze dovute all'indifferenza che ci circonda e come ha detto al fatto che è belle stare tranquilli...
E proprio vero che non è tutto uguale ma è tutto sempre peggio...ma dove andremo a finire? prima o poi si toccherà il fondo e a quel punto bisognerà per forza risalire...mi chiedo solo come sarà quando lo toccheremo davvero il fondo...siamo un paese in cui vige l'omertà ma soprattutto la volontà di ognuno di NON VOLER vedere tutto il marcio che ci circonda.
TRICHI
Il fondo secondo me l'abbiamo già toccato.
Gli italiani si adattano anche al fondo più fondo, finchè non vengono toccati personalmente non si svegliano manco con le cannonate.
Ce ne freghiamo e diciamo: tanto ci penserà qualcun altro io non posso fare niente! Direi degli impotenti per scelta!
Sono pienamente daccordo con lizard...
Non facciamo altro che criticare tutto e tutti ma poi ci pesa il culo ad alzare un dito......
Tanto ormai il mondo si è formato così ed è parecchio improbabile riuscire a cambiarlo
lo siamo tutti noi (impotenti per scelta), quello che cambia è la consapevolezza di esserlo e l'illusione di non esserlo (magari frecchia si ricorda il mio post sul forum di cogito ergo sum)
Posta un commento