morte alla ThyssenKrupp
leggete le ultime righe. questo è tratto dal sito della repubblica.
TORINO - Ormai è strage. Nell'inferno alle acciaierie della ThyssenKrupp di Torino sono morti altri due operai: Roberto Scola, 32 anni, aveva il corpo interamente ricoperto di ustioni; è morto intorno alle sette di stamane nel reparto rianimazione dell'ospedale Cto di Torino. Aveva due figli; quando è stato ricoverato le sue prime parole ai medici le ha riservate proprio a loro: era terrorizzato di non poterli più rivedere. Nel pomeriggio, il secondo lutto della giornata: alle 17.45 è morto Angelo Laurino, 43 anni, che era ricoverato all'ospedale Giovanni Bosco con ustioni su oltre il 90% del corpo. Ma non è finita qui perché in tarda serata un altro dei feriti non è riuscito a resistere alle gravi ustioni ed è morto in ospedale. Si chiamava Bruno Santino, aveva 26 anni. "La notizia di altri morti è spaventosa": così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha commentato i decessi nel rogo di Torino.
Per le vittime dell'acciaieria la Scala ha osservato un minuto di silenzio prima dell'inizio del tradizionale spettacolo d'apertura della stagione. "Un gesto dovuto ma sincero" ha detto il presidente. "Un segno di attenzione nei confronti di un dramma oggi ancor più acuto". Era facile, purtroppo, prevedere che le vittime dell'incendio che la notte scorsa ha distrutto la linea 5 laminati dell'acciaieria in corso Regina Margherita, sarebbero salite di numero. La prima, Antonio Schiavone, 36 anni, di Envie nel Cuneese, era sposato e padre di tre figli di 4 e 6 anni, e di un maschietto nato appena due mesi fa. In ospedale restano tre operai in condizioni gravissime, hanno ustioni tra il 60 e il 90% del corpo: Giuseppe De Masi (26 anni) ancora al Maria Vittoria, giudicato intrasportabile, Rosario Rodino (26 anni) trasferito al Centro grandi ustionati di Genova, Rocco Marzo (54 anni). Un compagno di lavoro, ricordando quei tragici momenti, ha detto: "Sembravano torce umane".
Ieri, per tutta la giornata la fabbrica ha reagito con rabbia, anche perché la ThyssenKrupp - dove cinque anni fa aveva preso fuoco un treno di laminazione che aveva prodotto un incendio domato soltanto dopo tre giorni - per tutti era diventata la fabbrica "dei ragazzi", il 95 per cento dei 180 dipendenti rimasti ha meno di trent'anni.
Rabbia perché "gli estintori erano semivuoti ma sigillati e quando si è tentato di usare gli idranti l'acqua non c'era". Tocca alla magistratura accertare le responsabilità insistono i delegati sindacali, ma certo la condizione di dismissioni (quel reparto doveva chiudere a febbraio) è giudicata la ragione dell'allentamento dell'attenzione sulla sicurezza.
Le indagini della magistratura partono proprio dal confronto con l'incendio del marzo di cinque anni fa per accertare se le dinamiche possono essere state analoghe e soprattutto se l'azienda ha rispettato le prescrizioni fatte allora. Gli accertamenti hanno intanto confermato che il primo estintore usato dagli operai era vuoto e che il telefono di emergenza non era attivo. Oggi le organizzazioni sindacali hanno incontrato i vertici dell'azienda e nel frattempo preparano un dossier con l'elenco dei problemi finora denunciati. Cgil, Cisl, Uil. "Basta con la strage, la situazione è gravissima".
I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti lanciano l'allarme dopo gli ultimi morti sul lavoro sottolineando - in una nota congiunta - che "non è più tollerabile questo continuo stillicidio: ognuno deve assumersi le proprie responsabilità".
A partire da lunedì, quando Torino si fermerà, i segretari generali chiamano così "il mondo del lavoro a tre giorni di lutto e invitano i lavoratori ad esprimere sui luoghi di lavoro la propria partecipazione al cordoglio con un segno visibile, una fascia nera al braccio".
Nei prossimi giorni Cgil, Cisl e Uil promuoveranno "importanti iniziative per la sicurezza, affinchè questa strage finalmente si arresti", annuncia infine la nota.
Ecco: i sindacati non scioperano contro i padroni. Sui luoghi di lavoro significa continuare a lavorare. E se non si sciopera con la rabbia dopo questi avvenimenti quali sono i momenti in cui gli operai possono rivendicare con una forte eco una qualità migliore della loro vita?
E poi sarei io il pazzo! 3000 morti all'anno!
o no?
4 commenti:
chiaro
se qualcuno si fida ancora dei sindacati ciao ciao proprio
Poi dicono che uno lavora per vivere! Che schifo!
Beccatevi che fabbrica (http://maps.google.com/maps?f=q&hl=it&geocode=&time=&date=&ttype=&q=torino,+corso+margherita+400&sll=37.0625,-95.677068&sspn=31.509065,59.765625&ie=UTF8&ll=45.091206,7.643722&spn=0.001712,0.003648&t=h&z=18&iwloc=addr&om=1)guardate sul tetto annerito in un punto! e non penso che abbiano appena rifatto le foto google! Sono recidivi!
Il padre di uno delle vittime diceva ASSASSINI BASTARDI! LA PAGHERETE CARA! E ha ragione da vendere!
Estintori che non funzionavano o vuoti! Porte che non si aprivano! In una fabbrica dove gli incendi nascevano ogni 3 x 2 ai responsabili bisogna dare una giusta pena! STRAGE
E i responsabili della strage volevano ripartire da domani!
Hanno detto pure che erano gli operai che dovevano ricaricare gli estintori! Ma ovviamente se gli operai andavano a ricaricare o sostituire gli estintori non andavano avanti con la produzione e poi venivano cazziati! Ma si può lavorare così!
il mercato del lavoro era più equo ai tempi dello zio carlo marx che oggi.e lo zio carlo marx parlava di esercito industriale di riserva,oggi si tratta di esercito precario permanente.se non ti va bene ,fottiti ne ho un altro pronto.e se poi qualcuno ci rimette anche le penne pazienza,tanto le coscienze vengono lavate da un paio di servizi del tg1 e dalle dichiarazioni di solidarietà di un paio di politici,che per dover morale dovrebbero porre rimedio alla tragedia economico-sociale che stanno costruendo giorno dopo giorno sulle nostre spalle.
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