giovedì, dicembre 31, 2009

Slam

giovedì, dicembre 10, 2009

I Park Art @ Milano - 05 / 12 / 2009 - www.parkart.tk

lunedì, novembre 23, 2009

VOGLIO SOLO I COMMENTI ! ! ! #2

LUGLIO 1999.......
appena l'ho vista ho vomitato le budella dal ridere!!!
li avete riconosciuti?!???

sabato, novembre 07, 2009

A STO GIRO CHI SI PERDE STO CONCERTO è MEGLIO CHE SI NASCONDA

venerdì, novembre 06, 2009

GRAFFITI REAL 2009 - HURTO || HD

giovedì, ottobre 29, 2009

LEGNATE NEI DENTI ANCHE DI MERCOLEDI!!!

martedì, ottobre 27, 2009

trans_anremohard_core


A: Mi piacerebbe iniziare il confronto intorno alle quattro lettere glbt, al loro utilizzo, ai loro significati. Trovo molto interessante che a un certo punto sia nato l’acronimo, che non bastasse più una parola per definire un movimento divenuto profondamente identitario, dunque eterogeneo. Come trovo interessanti le evoluzioni che la sigla ha attraversato in pochi anni. Innanzitutto riguardo la lettera T, che sta per transessuale ma anche per transgender. C’è chi preferisce usare il termine transgender perché crede che sia politicamente più corretto. Ma in realtà non è affatto vero: il termine transgender non è, di per sé, più corretto, più rispettoso. Certamente non è corretto credere che includa, al suo interno, anche l’esperienza transessuale. Anzi, in un certo senso si può dire che sia nato proprio in opposizione, diciamo in polemica, con il termine transessuale. A volte, invece, alcune lettere della sigla scompaiono. O meglio, a volte scompare la B di bisessuale: perché quella dei bisessuali è spesso una presenza invisibile, se non del tutto assente o più semplicemente, si fa per dire, problematica. Ai bisessuali si contesta il fatto di nascondersi spesso e volentieri nella normalità dell’eterosessualità e di essere, generalmente, poco militanti. Personalmente credo non sia vero. Ho conosciuto bisessuali (sia uomini che donne) estremente attivi nel movimento. Un’altra variante dell’acronimo, poi, vede invertire le lettere L (lesbiche) e G (gay): avviene soprattutto negli Usa, credo sia per assecondare la buona educazione che vuole “prima le signore”. Terribile… Ma forse l’aspetto più interessante della sigla sono le aggiunte. La Q, per esempio, che sta per queer ma a volte anche per questioning (le dubbiose…). Oppure la doppia T, che può voler essere o una soluzione alla scelta tra transgenderismo e transessualismo di cui parlavo prima, o anche, e questa è stata per me davvero una sorpresa, per dare visibilità, in Canada, ai two spirited, nativi americani né maschi né femmine, la cui identità sessuale non è riconducibile a quelle comprese nella sigla in questione. Da un punto di vista storico, invece, non so quando la sigla glbt sia comparsa in ambito anglofono (perché credo che lì sia nata).

M: In Italia, personalmente l’ho vista e sentita per la prima volta in occasione del Pride del ’97 o del ‘98. L’idea di utilizzare la sigla probabilmente è nata per dare visibilità alle tante differenze che si trovavano insieme durante un Pride, alle tante identità sessuali che si mettono in mostra in quell’occasione: gay, lesbiche, bisessuali, dunque, ma anche e soprattutto trans. Immagino anzi che l’acronimo sia nato proprio con lo spirito di dare visibilità, anche nella definizione del Pride, alla presenza trans che prima era oscurata nell’espressione Gay Pride. Ma ora la domanda è un’altra: basta quell’acronimo per restituire, per esempio, la partecipazione ai Pride? Chi partecipa ai Pride, chi ne prende parte (non intendo quindi chi guarda ai lati, o chi viene in solidarietà con gay, lesbiche e trans), chi si sente veramente coinvolto nell’evento, lo sente proprio… siamo sicuri che siano solo gay, lesbiche, bisessuali e trans? Ma non penso solo al coinvolgimento nei Pride. Penso anche, per esempio, alle associazioni, ai collettivi, ai gruppi politici… al Queering Sapienza…

I: Il Queering Sapienza è nato in modo quasi accidentale. Un ragazzo di Berlino, arrivato alla Sapienza come studente Erasmus, ha cercato il collettivo gay universitario - alla sua università ci sono diversi gruppi gay - ma da noi non ha trovato niente! E a dire il vero ha fatto tutto lui: con un amico ha stampato e distribuito dei volantini per una prima riunione, chiedendo lo spazio ai ragazzi e alle ragazze di Aula II occupata. Da lì è iniziato tutto. La prima iniziativa è stata la partecipazione al Pride 2002: abbiamo organizzato una festa di autofinanziamento per allestire un carro e sfilare come Queering Sapienza. Alle nostre riunioni partecipano tra le 15 e le 30 persone, gay, lesbiche, bisessuali, qualche indeciso/cisa… non ci sono trans, purtroppo. E nemmeno eterosessuali.

O: L’apertura o meno agli etero ha creato all’inizio qualche problema, che forse può essere esemplare per una serie di meccanismi che avvengono tra gruppi di identità differenti. All’inizio si era proposto il veto degli etero! Poi non era possibile gestire un controllo inquisitorio all’ingresso del tipo «tu come sei?!» e la “selezione” è stata lasciata semplicemente all’interesse: cosa può importare a un etero di fare una politica gay o lesbica, standone all’interno? Anche nella stessa definizione del Queering come di “gruppo di studenti e studentesse glbt”, glbt indica l’interesse ad approfondire il discorso sulle sessualità (generalmente considerate strane, diverse, patologiche). Si può anche essere guidati dalla curiosità! Chiunque ne voglia parlare è ben accolto…

A: A questo punto è necessario chiedersi perché i quattro elementi dell’acronimo glbt definiscono una comunanza che non accomuna invece gli etero. Ma questo credo sia un interrogativo che non riguarda soltanto il movimento glbt… Diciamo che se un eterosessuale decidesse di partecipare al Qeering Sapienza (ma potrebbe essere qualsiasi altra associazione gay, lesbica o trans) perché si sente solidale con le rivendicazioni dei diritti di gay, lesbiche e trans, la sua partecipazione, in quanto etero, non sarebbe affatto in contraddizione con l’acronimo glbt: la definizione glbt continuerebbe a funzionare in modo efficace per definire l’identità plurima del gruppo. Se invece, pur non riconoscendosi in nessun elemento dell’acronimo, la sua partecipazione dovesse nascere da un desiderio che lo coinvolge direttamente, in prima persona, allora l’acronimo crolla, non è più sufficiente. Il fatto che sempre più spesso cominci a sbucare una Q in coda alla sigla è proprio segno di questa ridefinizione del comune che tiene insieme tanti soggetti differenti, che rivendicano e rendono visibili sessualità non riconosciute, considerate strane, patologiche, differenti, non solo rispetto all’oggetto del desiderio, ma anche riguardo pratiche sessuali strane o non-normali, o comunque non identitarie…

Ju: Possiamo dire che la posizione collettiva identitaria vale: a) quando rivendico diritti (e allora posso integrare nella questione identitaria persone semplicemente solidali); b) perché io ho diritto ad affermare un certo tipo di piacere e di uso o pratiche del corpo. In questo secondo caso la questione identitaria è necessaria e implicita ma allo stesso tempo esplode, perché la si può allargare facendo scoppiare la stessa categoria di eterosessualità (intesa come normativa) in quanto escludente di pratiche eterosessuali che non entrano nella norma. Divenire minoritario per Deleuze e Guattari non significa divenire minoranza, essere pochi o sfruttati. Divenire minoritario significa rifiutare i rapporti di potere, esodare dal potere. Storicamente il potere è stato maschile ed eterosessuale e uno dei suoi terreni importanti sono stato il corpo e la sessualità, costruita dal potere come posta in gioco del potere. Bisogna smontare questa presa del potere sulla sessualità, quindi rivendicare libertà della scelta sessuale; d’altro canto non bisogna fare della sessualità il luogo nel quale o attraverso il quale passa la lotta al potere o altrimenti si fa il gioco del potere: è proprio il potere che ha costruito la mia sessualità come un suo terreno!

I: Credo che il rischio, nel rifiutare i rapporti di potere, sia di scivolare inconsapevolmente, inavvertitamente, in nuove dinamiche di potere. Penso piuttosto che un primo passo per uscirne sia il raggiungimento della consapevolezza che noi agiamo e viviamo dinamiche di potere; in seguito si vedrà se siano possibili o meno rapporti “degerarchizzati”, anche sul piano sessuale, ma non solo su quello…

Ju: Chi l’ha detto che non sono possibili? Sicuramente se facciamo il gioco di incrociare i propri divenire minoritari o le proprie posizioni di minoranza, in realtà aiutiamo la costruzione di categorie per identificarci, e l’identificazione è la fine di ogni pratica di libertà. In questo senso la definizione del Queering come glbt rimane dentro un meccanismo di opposizione dicotomica omo/etero paralizzante, nel quale etero uguale norma. Invece non c’è gerarchia: ci può momentaneamente essere una priorità politica, data dall’urgenza o dalla pesantezza di una questione, ma io per esempio non mi sento più etero che precaria!

J: Il problema è esattamente di rapporto al potere, e non un problema di genere. Per questo bisogna stare attenti, nella stessa rivendicazione dei diritti settorialmente legati all’identità di genere o alla sessualità, a non riprodurre le stesse categorie del potere. Non solo a non utilizzarle, ma anche a smontarle, aggirarle o impedirle. Penso a una riunione di vecchie femministe in Francia, alla quale partecipavano alcune trans e le lesbiche non riuscivano a usare il pronome femminile per le trans!

Ju: In Francia, quando Act Up faceva i matrimoni nei municipi cercava di fare scandalo. Non tanto chiedere di potersi sposare, quanto piuttosto chiedere di poter scegliere. La differenza è tra riconoscere un privilegio e poterne usufruire, e, dall’altra, scardinare questo privilegio, smontarlo, deriderlo, mostrare quanto sia oppressivo, ridicolo ecc.

A: Sì, credo che di fronte al matrimonio gay ci si debba esattamente chiedere questo: quanto distrugge il concetto di famiglia che fino ad ora si è basato sulla norma eterosessuale? O quanto, piuttosto, riconosce tale norma, la accetta, non vuole assolutamente metterla in discussione, anzi, ambisce a esserne incluso? Foucault diceva che il mondo relazionale nel quale viviamo è stato notevolmente impoverito dalle istituzioni che possono, in questo modo, gestire meglio il proprio controllo. Per questo ci troviamo ad avere a che fare con un contesto legale, sociale, istituzionale in cui le relazioni possibili sono molto poche: sostanzialmente quelle matrimoniali e familiari. Il Pacs è indubbiamente un passo avanti verso il riconoscimento di altre forme di convivenza, ma è estremamente limitato e non scalfisce per nulla il privilegio eterosessuale. I matrimoni organizzati in grande stile da Act Up nei municipi parigini erano certamente un buon modo per parodiare il matrimonio eterosessuale, rendendolo ridicolo, strano, forse anche grottesco. E poi erano un momento importante di messa in scena e rappresentazione pubblica delle diversità.

M: Anche durante il Pride la differenza è resa pubblica, visibile: attraverso l’uso del corpo, degli abiti, dei colori. Ma in che modo è identificabile? Per esempio: è possibile legare visibilità diverse a ciascuna delle lettere che compongono la sigla glbt?

I: Certo nel Pride la parola visibilità è fondamentale. Si scende in piazza proprio per rendere le proprie diversità visibili. Ma purtroppo c’è visibilità e visibilità. La visibilità trans, ad esempio, da un punto di vista mediatico è molto più deflagrante della visibilità gay. Spesso in tv, sui giornali le immagini dei Pride si limitano alle trans e alle loro piume, concedendo loro una visibilità soltanto superficiale, da sbattere in prima pagina; non una visibilità profonda, che sarebbe la visibilità del corpo e della vita dei/delle trans. Una trans ha un corpo che è visibile, è riconoscibile (non solo durante i Pride) e quindi spesso diventa, nella cattiva opinione comune, la figura emblematica, in qualche modo “mostruosa”, sulla quale appiattire la moltitudine che vi partecipa. Tutto è schiacciato sul transessualismo e sul travestitismo (che spesso vengono confusi!) in quanto figura che meglio riassume lo spettro e su cui, più violentemente, si scatena lo stigma…

A: Se noi cogliamo la complessità e la diversità delle immagini che le persone producono con i loro corpi, con i loro travestimenti, con le immagini e i simboli che portano in un Pride, è vero che a volte chi guarda dall’esterno il Pride può avere questa immagine stereotipata: la manifestazione delle travestite, degli uomini vestiti da donne o delle donne vestite da uomini. Ma questa idea banalizza innanzitutto l’esperienza trans: perché le trans sono persone vestite con gli abiti del proprio genere e che può non corrispondere necessariamente al maschile o al femminile… L’anno scorso sul Manifesto è andata la foto del carro del Queering Sapienza che portava Che Guevara col volto di Marilyn Monroe. Ecco, “Cherilyn” è G, L, B oppure T? È una domanda che non ha senso, perché è tutte queste cose insieme. È strana, indefinibile. È dissacrante, ridicola, forse anche iconoclasta… un giornale riportò che una signora disse: “Va bene tutto, ma Che Guevara non me lo toccate…”!

I: Io per esempio al Pride metto il pareo, la gonna, oppure mi trucco; se vado a manifestare contro la guerra no. Forse fa parte di quella concezione dell’identità non come qualcosa che si è definitivamente e staticamente, ma piuttosto qualcosa che si desidera essere in quel momento – e magari solo in quel momento. Credo sia per questo che durante il Pride molte persone sentono il desiderio di manifestare anche con il proprio corpo… Il Pride esaspera questo aspetto di rappresentazione, l’importanza dell’essere “visti” è molto più forte che in altre manifestazioni, e passa proprio attraverso il corpo… Probabilmente in altre manifestazioni tendiamo più ad esserci come folla, come presenza fisica, che fa numero. Nel Pride c’è anche questo (perché è importante esserci in tanti), ma c’è anche un forte momento di soggettività (fisica).

Ju: Dunque possiamo dire che il Pride, più che essere un momento di rivendicazione, è un momento di visibilità in cui si dice innanzitutto “ci sono”, quindi “ci sono in questo modo, perché la vita è mia, il corpo è mio, il piacere è mio” – che poi dovrebbe essere il motto di tutti. Ma la rivendicazione sulla guerra è un momento nel quale uno dice “ci sono” e “ci sono con una richiesta specifica sul mondo nel quale voglio vivere”. Allora, ci sono momenti in cui queste due cose si sovrappongono, vale a dire: quello che si è chiamato banalmente il rapporto alla politica e quello che è stato spacciato come una semplice costruzione di sé e basta, e in realtà è un gesto politico (la sessualità)? Per esempio, il fatto di essere dentro alla manifestazione contro la guerra in quanto gay, come si organizza nella testa, come si sovrappone e come si articola? Perché se non si articola, il rischio è quello di dire che la sessualità è una scelta privata e l’opinione sulla guerra è un’opinione pubblica, mentre la scelta sessuale è privata e pubblica allo stesso tempo e, in quanto gesto politico, non vede distinzione tra pubblico e privato.

I: Le due cose non solo si sovrappongono, ma sono anche fortemente intrecciate. Rimanendo al corteo sulla guerra, ad esempio, direi che la guerra è una pratica violenta, arrogante, basata sull’imposizione della forza, e secondo me l’imposizione della forza è una pratica tipicamente maschile e maschilista (non dimentichiamo che missili, cannoni, fucili, hanno la forma del pene). Come un microcosmo e un macrocosmo…

Ju: Foucault in un suo testo dice che, rispetto ai meccanismi di identificazione forsennata, non c’è niente di più vicino all’eterosessualità maschile bianca, allo stereotipo “siamo tutti uguali”. È lo stesso meccanismo della guerra, attraverso la creazione dell’esercito, come massa indistinta e maschile, dove anche il modello di forza è il modello di forza eterosessuale maschile.

A: Nell’ultima manifestazione al SFE di Firenze lo spezzone glbt era effettivamente un piccolo Pride. Il fatto di esserci in modo visibile, comunicando la propria sessualità, si sentiva in modo molto forte: dalle ragazze del sexyshock in fiocchi “rosa trasversale”, alle compagne del MIT di Bologna e le compagne prostitute, ai ragazzi di AntagonismoGay truccati. Contro la guerra, dunque, ma segnando il proprio corpo… La presenza glbtq non era tutta lì, sicuramente era anche sciolta nella moltitudine, ma nello spezzone era più visibile, era densa di simboli ed era, letteralmente, scritta sugli striscioni. Sul piano simbolico, poi, possiamo trovare altre sovrapposizioni: la bandiera glbtq è il rainbow, un arcobaleno, come quella della pace, anche se ci sono alcune differenze. E forse non è così strana o assurda questa somiglianza: il riconoscimento e la valorizzazione della diversità, delle nostre diversità, è pratica di pace. Dunque la sovrapposizione esiste. Ma credo esista proprio perché la necessità di essere visibile e l’aspetto rivendicativo di cui si parlava prima sono entrambi presenti: voglio dire che affermare la propria diversità, mostrare il proprio corpo, la propria sessualità, significa, per come stanno le cose ora, affermare una richiesta specifica su come vorremmo che fosse il mondo.

O: Dipende anche da come uno se la vive. A me se un etero viene al Pride vestito di rosa mi fa solo che piacere: non sento che mi stia togliendo niente. Chiunque dovrebbe essere libero di giocare con le proprie identità! Mentre quando vado a una manifestazione contro la guerra, ci vado come me stessa, non come lesbica appartenente al Queering, o come compagna appartenente ad un altro collettivo. Ma forse il fatto di riconoscermi nella Q di questioning (le dubbiose di cui si diceva sopra), mi porta a volere allargare la partecipazione a tutti gli altri invece di restringerla in forme minoritarie e autoescludentesi l’un l’altra. In quanto dubbiosa la presenza degli altri è non solo rassicurante ma anche vitale. Probabilmente però, per qualche motivo che continua sempre a sfuggirmi, una “lesbica radicale” storcerebbe il naso a sentire queste parole. Ma la bellezza di un Pride glbtq è quella di vestirsi ed esprimersi liberamente, liberi dallo sguardo estraneo ed esterno del potere normativo, senza “vergogna”. Non è come mettersi una divisa, come spesso ancora accade nei cortei più tradizionalmente politici (ma per fortuna sempre di meno!)

Ju: La costruzione del comune passa attraverso il riconoscimento di tutte le differenze, ognuno con tutte le sue, che sono infinite. Di volta in volta queste differenze sono messe nel paniere, per poter costruire soggettività in funzione del momento. I diritti per cui agiamo politicamente non sono quindi degli a priori universali, quanto piuttosto il frutto della nostra soggettività politica. Secondo Deleuze e Guattari “divenire” non vuol dire diventare qualcosa ma differenziarsi, mutare, costruirsi, fermarsi e ripartire, non fissarsi mai… Divenire froci, dunque, non riguarda solo i froci, ma tutti quelli che vogliono inventare se stessi…

Alberto Emiletti, Jeanne Revel, Ottavia Nicolini, Iacopo Costa, Judith Revel, Margherita Emiletti.

siamo (tutti) nella stessa barca(?)


L'anomalia italiana: flessibilità del lavoro senza sicurezza
Il gatto e la volpe
Il gioco dei ruoli di Tremonti e Berlusconi
di Andrea Fumagalli
26 / 10 / 2009



Ancora una volta il dibattito politico italiano ha sussulti retrò e stravaganti. Non è la prima volta.

Recentemente l’ineffabile ministro della creatività finanziaria Giulio Tremonti, dopo la bella pensata dello scudo fiscale, pare abbia scoperto il “valore del posto fisso”. Detto da lui, può solo venir da ridere, se, ad esempio, consideriamo che è lui il burattinaio dei tagli alla scuola con la conseguente precarizzazione e licenziamento di migliaia di insegnanti.

Due giorni dopo l’ineffabile premier Berlusconi annuncia il taglio dell’Irap, una proposta che ha come primo impatto, se venisse attuata nelle modalità dichiarate, la riduzione delle entrate fiscali di circa 40 miliardi di Euro. L’Irap è l’imposta regionale sulle attività produttive e, come lo era l’Ici, è una tassa che garantisce gettito a livello locale. In molte regioni, essa è utilizzata per finanziare il sistema sanitario nazionale. Se non venisse adeguatamene compensata da trasferimenti centrali, il rischio è l’avvio di un ulteriore processo di smantellamento della sanità pubblica o, nel migliore dei casi, un suo progressivo deterioramento (il che è la stessa cosa). Non stupisce l’irritazione di Tremonti, alle prese con una dinamica economica, nella quale la caduta del Pil è superiore ai tagli alla spesa sociale, con l’effetto di raddoppiare il rapporto deficit-Pil nel 2009 rispetto al 2,7% del 2008.

E’ curioso notare come i giornali abbiano subito parlato di attriti in seno alla maggioranza di governo. In realtà, credo si tratti del classico gioco delle tre tavolette.

Prima mossa. Tremonti vara lo scudo fiscale con il duplice intento di fare cassa e di supportare l’attività di elusione ed evasione fiscale delle grandi imprese (e implicitamente di quelle del Premier). E’ un provvedimento che viene mal digerito dalle imprese artigiane e di piccole dimensione, soprattutto quelle che svolgono attività di subfornitura all’interno delle filiere produttive internazionali e sulle quali si scarica il peso della crisi economica. Difficilmente, infatti, le piccole imprese hanno la forza (e la capacità) di creare filiali all’estero dove occultare al fisco i propri guadagni. Un tale provvedimento, quindi, può minare la fiducia di una parte consistente dell’elettorato berlusconiano e leghista.

Seconda mossa. Berlusconi propone l’eliminazione dell’Irap per riguadagnare consenso presso la piccola impresa. L’Irap infatti grava soprattutto su questo settore. Non essendoci alcuna progressività delle aliquote, un’attività industriale, terziaria o professionale che si localizza nel centro dei network produttivi, dove può sfruttare le sinergie esistente e sfruttare una rendita di posizione, paga in proporzione la stessa imposta di chi ne sta ai margini.

Terza mossa. Tremonti riscopre il valore del posto fisso. Al di là della boutade puramente demagogica, si tratta di un messaggio rivolto a quelle componenti sindacali (Cisl e Uil) che recentemente hanno siglato separatamente il contratto metalmeccanico, dando prova di buona cogestione servile. Angeletti prontamente abbocca, dichiarando che Tremonti potrebbe essere un iscritto alla Uil. L’eccessiva deregulation del lavoro porta non flessibilità ma precarietà con effetti nefasti sulla stessa efficienza dell’apparato produttivo. Tale risultato, come sappiamo, è il frutto congiunto sia delle politiche del centro destra che del centro sinistra. La strategia che ha accomunato i diversi schieramenti è la seguente: per rendere competitiva e favorire la globalizzazione delle imprese italiane (motivazione del centro-sinistra) o per favorire gli interessi padronal-familiari in un’ottica corporativa e nazionalistica (motivazione del centro-destra), era necessaria una prima fase di flessibilizzazone e riduzione del livello di protezione del lavoro, a cui sarebbe seguita (se mai ci fosse stata) una fase seguente (logicamente e temporalmente) in cui si sarebbe provveduto a fornire qualche elemento di sicurezza sociale. In altre parole, la tanto sbandierata flexicurity italiana, sostenuta da Ichino, doveva essere intesa come: flessibilità prima, sicurezza dopo. Sappiamo come è andata e come sta andando. Dall’approvazione del pacchetto Treu del 1996, passando per la legge 30, la precarietà si è oramai strutturata saldamente nel mercato del lavoro italiano, mentre la sicurezza sociale e una riforma adeguata del welfare è ancora lungi a venire.

Il tema del “valore del posto fisso”, sollevata da Tremonti, si colloca ancora una volta all’interno di questo schema d’azione. Si predilige l’intervento sul mercato del lavoro, mentre di welfare nessuno parla, se non in termini molto vaghi di riforma degli ammortizzatori sociali, comunque sempre in funzione della centralità del lavoro.

Tra Tremonti e Berlusconi, c’è un gioco di sponda, che si svolge a 360°. Dopo aver favorito la grande impresa, si mette una toppa per le piccole imprese. Si strizza un occhio al sindacato concertativo, nel tentativo di isolare qualsiasi alone conflittuale. Mentre si ribadisce – ed è questo il punto principale – che non ci sarà nessun intervento di adeguamento del welfare e a sostegno dei redditi di lavoro, sia dipendente che autonomo eterodiretto. Loro, la crisi non intendono pagarla. Il gatto (Berlusconi), la volpe (Tremonti) vogliono farla pagare a noi. Sta a noi far saltare in aria le tre tavolette.

mercoledì, ottobre 21, 2009

NEW HIT MOTHAFUCKAS ! !

martedì, ottobre 20, 2009

ZINPO - TEKNO RAP

NON DICO NULLA.
SI COMMENTO DA SOLO.


giovedì, settembre 24, 2009

"There is no cry of pain without,
at its end, an echo of joy."

Ramón de Campoamor

venerdì, settembre 18, 2009

Oblio Mc - O.B.L.I.O. - DalPonenteDenuclearizzato ( 1999 )



Meno male che ho smesso !

venerdì, settembre 11, 2009

SI SE PUEDE




Hardt in movimento
Il ruolo dei no global al tempo di Obama
di Orsola Casagrande
11 / 9 / 2009


Con Toni Negri e Michael Hardt, l’altra sera a Global Beach si è discusso su come l’america ha affrontato la crisi economica. Già a Vicenza, Hardt e Negri (che dopo Impero e Moltitudine hanno appena dato alle stampe Commonwealth), ospiti del festival No DalMolin, avevano offerto una lettura particolare di ciò che sta accadendo negli Usa. In particolare Michael Hardt aveva così riassunto la questione: l’elezione di Obama è stata possibile grazie ai movimenti o la mobilitazione elettorale ha risucchiato i movimenti stessi? «Il problema - dice Hardt - è capire se la mobilitazione elettorale ha in qualche modo risucchiato i temi che hanno caratterizzato i movimenti anche negliUsa e cioè il no alla guerra, l’antirazzismo e anche la loro retorica.

Non dimentichiamo - aggiunge – che per esempio lo slogan dei latinos, si se puede, è diventato lo slogan di Obama, yes we can».

Hardt sottolinea più volte la necessità di capire se dopo l’elezione di Obama «il movimento che è sceso per le strade mobilitandosi per mandare a casa Bush sarebbe sopravvissuto». Per il momento Hardt

sostiene di «non aver trovato ancora una risposta. Bisogna ammettere che i movimenti non hanno detto

quasi nulla. Ma c’è ancora tempo, non voglio essere pessimista». Però non v’è dubbio, sostiene Hardt che I movimenti «stanno vivendo un impasse, negli Usa. Da un lato - insiste - è certo che Obama non è Bush, è certo che con il ritiro anche se lento dall’Iraq stiamo assistendo a un cambiamento anche se credo che la questione cruciale nella risoluzione di questo impasse potrebbe essere l’Afghanistan».

Se l’alternativa per i movimenti è tra sostenere il governo amico turandosi il naso oppure attaccare il governo amico come si attaccava il governo Bush, allora per Hardt non si esce dall’impasse.

«Mi ha impressionato a gennaio il mio viaggio in Chiapas al festival zapatista. Lì in generale la scelta era piuttosto di continuare l’opposizione, la resistenza anche se c’è un governo di sinistra. Poi - dice - sono stato a Belem e lì in generale c’era l’altra idea, cioè che i movimenti dovevano appoggiare I governi di sinistra per vincere su una oligarchia di destra». Hardt entra più nel cuore degli sviluppi

negli Usa ponendo un’altra questione.

«Il dibattito sulla riforma dell’assistenza sanitaria - dice - è centrale. Perché il governo Obama ha scelto

di affrontare adesso, nel bel mezzo della crisi, questo problema? Perché non ha prima ricercato una ripresa economica per poi, con i soldi, affrontare l’assistenza sanitaria?». La risposta che si dà Hardt è

lineare. Perché la riforma sanitaria è essenziale per la ripresa economica. «Anzi - dice - è anche più importante di una ripresa del mercato automobilistico a Detroit.

Si tratta - aggiunge - della caduta della barriera tra produzione e riproduzione, è centrale economicamente oggi la produzione della soggettività o delle forme di vita».

Lo scopo della produzione capitalistica oggi per Hardt è la «produzione di soggettività e forme di vita. Perché oggi i settori di maggiore crescita dell’economia, cioè sanità, formazione e cultura sono quelli centrali nella svolta biopolitica dell’economia». E su questo punto Hardt si concede un «elogio al governo Obama che almeno ha capito che in questo contesto biopolitico bisogna badare alla produzione

di forme di vita e non solo delle merci per una ripresa economica».

A Vicenza Toni Negri aveva affrontato la questione del momento di passaggio in cui ci troviamo. «Dallo stato nazione alla globalizzazione, cioè la forma nella quale l’istituzioni riescono ad organizzarsi in maniera globale. Un passaggio - dice Negri - che avevamo previsto, che i movimenti avevano previsto. Il prevedere le cose non è mai viverle. Questa difficoltà che fa parte del modo stesso di vivere e del modo di vivere politicamente, cioè insieme e soprattutto del modo di costruire resistenza, autonomia, indipendenza all’interno di queste grandi trasformazioni. All’imperialismo -aggiunge - è susseguita la globalizzazione, cioè un tessuto globale sul quale si tratta di stabilire in maniera plurima come le cose devono andare, possono andare, controllate, sfruttate. Come sempre c’è un comando e c’è una resistenza. Ma gli equilibri sono aperti solo sul livello globale, non esistono possibilità alternative al livello globale».

La conseguenza è che «non c’è crisi che possa essere risolta se non a livello globale. La nostra vita è globale.

Questa situazione - incalza Negri – è completamente irreversibile. Il problema grosso diventa come si

fa a governare dentro questo passaggio. Se parliamo di politica dobbiamo parlare di governo, del rapporto tra comando e obbedienza».

Fonte. Il Manifesto 11.09.2009

martedì, settembre 08, 2009

I'm not homophobic, but this song is so fucking gay...



"You can barely retain the vomit that’s rising in your throat."
è il mio idolo ok!!!

STANCHI DI SENTIR GRACCHIAR LO CANTO STRDùLO



BARNABO IL RE

domenica, settembre 06, 2009

Hiphop from Artic Circle.

sabato, settembre 05, 2009

AL E I SUOI FRATELLI!!!TROIA!!!!!

sabato, agosto 29, 2009

...non voltare lo sguardo...

venerdì, agosto 28, 2009

Robot Dance

mercoledì, agosto 19, 2009

LOL

venerdì, agosto 14, 2009

Tarantula!



Bella! scusate per la qualità, comunque sono molto contento che alcuni di voi ci fossero till the end!

mercoledì, agosto 12, 2009

DubStep Player

andate su http://www.beatportplayer.com/ e create il vostro player.yo.
Go to Beatport.comGet These TracksAdd This Player

martedì, agosto 11, 2009

PORCATROJA

giovedì, agosto 06, 2009

a couple strokes and my erection is a thing of the past!

ahahahahaha secondo me è veramente un genio!! la rivelazione dell'estate!!!

mercoledì, agosto 05, 2009

PollaYO! 13 agosto

As usual:


non fate i preziosi, vi aspettiamo (sto giro ci sono anche io)!

DJ FLY



quando dico che i francesi ci battono su tutto...

Parkart v.1.0 - Genoa IT



More info @ www.parkart.tk

PS:
(e ce l'ho caghi che sei un artista...)

martedì, agosto 04, 2009

HARD SQUAT CREW - PORCI DI MERDA (SPAMMO SPAMMO SPAMMO)

lunedì, agosto 03, 2009

Afrika Bambaata - Dj Netik - Cannes - 06.08.2009






Per chi nn conoscesse Dj Netik ( campione 2 volte del DMC)






Giovedì a Cannes per soli 5 euri ci sono loro 2 .
Io e Andrea Moresck andiamo
voi?
che dite?

SOME PEOPLE PUKE SEMI-DIGESTED SHIT INTO EACH OTHER'S MOUTHS

giovedì, luglio 30, 2009

Sequestra ladro e per 3 giorni lo usa come sexy toy

Nelle sue intenzioni sarebbe dovuto essere un colpo veloce. Un centro di bellezza pieno di donne indifese da allegggerire di gioielli e soldi. Niente di più sbagliato!

Da cernefice si è in fatti trasformato in vittima il ladro entrato nel centro di bellezza di Kaluga, pistola alla mano, intimando alle donne presenti di aprire la cassaforte e consegnare i propri beni.

Una delle dipendenti, esperta di arti marziali, lo ha disarmato, legato e portato in uno stanzino dal quale avrebbe dovuto chiamare la polizia.

Invece la donna ha deciso di percorrere ben altra strada. Ha sottoposto l’uomo ad una maratona di 3 giorni di sesso sfrenato e violento. Quando il sexy toy aveva dei problemi la donna gli somministrava del viagra, e via a ricominciare.

La donna, arrestata e incriminata per lesioni (l’uomo ha subito la recisione el frenulo del pene) e sequestro di persona, ha commentato:
Ma quale violenza, l’ho trattato come un re
Fonte:Crime Blog

martedì, luglio 28, 2009

Dedicata a tutte le biotch!



E comunque questo ragazzo ha del flow, prestate attenzione al testo di questa seconda...


giovedì, luglio 23, 2009

Severn Suzuki la ragazzina di 12 anni che zitti il mondo per 6 minuti (1992)

Human skateboard

martedì, luglio 21, 2009

ahahha olè.. risposta a Miss Simpatia

PARKART - 24 LUGLIO 2009 - 18:30 PZZA DEFERRARI - GENOVA

nuovoFlyercolore-01-01

venerdì, luglio 17, 2009

24-25-26/7 SUMMER RULLEZ PARTY,NORTH ITALY AREA

Photobucket

giovedì, luglio 16, 2009

SABATO 18 LUGLIO @ SAVONA




Stewie & Bryan watches 2girls1cup.

martedì, luglio 14, 2009

Miss Simpatia - Ciao Fibra


"perché non te lo metti tu il bikini?!? magari scopri che al rap preferisci far bocchini!!"
LOL ! !

lunedì, luglio 13, 2009

Un genio

domenica, luglio 05, 2009

Gorilla VS Pollo.........Chi vincerà la sfida??????




Immaginatevi di immaginare.............
Un giorno Brambilla Il Gorilla si incrociò per le vie delle foreste fatatek con Sbrollo Il Pollo.........
Viste le loro diversità e visto che,non era mai capitato che un pollo capitasse proprio nella foresta dei gorilla,i due si sfidarono in una battaglia epica e mozzafiato,roba da serie A della lega di combattimento fra Gorilla e Polli!
Dunque secondo voi chi vincerà fra i 2 e perchè soprattutto??????
A voi l'ardua sentenza su questo scontro che difficilmente vi capiterà di poter nuovamente decidere la sorte tra questi valorosi guerrieri.......
Si,non ho un cazzo da fare,è sabato ho appena finito di lavorare e non ho voglia di uscire.
Venghino Siore e Siori,venghino

sabato, luglio 04, 2009

HAPPY PAINT MUSIC & SUN


venerdì, luglio 03, 2009

ESILARANTE A DIR POCO


BITCH!

giovedì, luglio 02, 2009

questioni di punti di vista

(tratto dall'articolo che ha segnalato gianlu)


la paura è una marea torna indietro a chi la crea
http://paura.anche.no/

mercoledì, luglio 01, 2009

VICENZA 4 LUGLIO

Migliaia di bandiere al Dal Molin: yes, we can!

Evitiamo i giri di parole e le metafore che nascondono il significato vero delle frasi dietro alla loro interpretazione: sabato pomeriggio, con la manifestazione dell’indipendenza vicentina, vogliamo entrare al Dal Molin.
Sia chiaro: non perché ci piaccia l’idea di superare cancelli e recinzioni: avremmo preferito festeggiare la democrazia in piazza, con la musica e i balli, le nostre bandiere al vento e tante grasse risate. Ma, finora, democrazia non c’è stata e noi dobbiamo rinviare la festa che – ne può star certo il commissario Costa che avrebbe voluto vedere sradicato alla radice il dissenso locale - prima o poi organizzeremo.
Entrare al Dal Molin significa restituire la dignità calpestata alla città del Palladio; ma, anche, ristabilire con determinazione la differenza tra la condizione di cittadini – quali noi vogliamo essere – e sudditi del governo di turno. Perché quel che è in gioco a Vicenza, ancor prima della falda acquifera e del territorio, è la possibilità reale di noi donne e uomini di poter incidere sul futuro dei nostri borghi, dei nostri quartieri, delle nostre città.
É sufficiente dare uno sguardo ai 36 mesi di mobilitazione trascorsi per rendersene conto; una città che ha espresso la contrarietà con mille forme e tanti colori è stata svilita, calpestata, umiliata. Inascoltata quando è scesa in piazza; insultata quando ha chiesto di potersi esprimere, attraverso una consultazione popolare, ed è stata posta di fronte a un divieto; sbeffeggiata quando ha rivendicato il diritto di conoscere e le è stata negata anche la Valutazione d’Impatto Ambientale.
Petizioni, manifestazioni che hanno visto la partecipazione di una moltitudine di donne e uomini, studi, azioni simboliche, ricorsi giudiziari: tutto ciò è stato ignorato, ostacolato, criminalizzato da chi ha deciso a tavolino che a Vicenza si deve fare una nuova base militare. La democrazia è stata trasformata da pratica partecipativa ad atto burocratico, dove basta il timbro di un governo compiacente per rendere lecita la costruzione di una base di guerra in un territorio fragile e dall’equilibrio delicato.
Dunque, voler entrare al Dal Molin vuol dire alzare la testa; significa affermare che una pratica di governo che si fonda sull’imposizione e sull’esclusione non ha cittadinanza nella nostra comunità e ristabilire un diritto che, per tornare indietro di alcuni secoli, riconosceva già Spinoza laddove scriveva che, di fronte a una legge ingiusta, è legittimo che il popolo si ribelli al sovrano.
Sabato proveremo a entrare all’interno dell’area che gli statunitensi vorrebbero trasformare in base di guerra per piantare migliaia di bandiere NoDalMolin; lo faremo, come sempre, con le pratiche e le forme che hanno caratterizzato la mobilitazione vicentina: trasversalità, pluralità, creatività. Ma, anche, con tanta determinazione, consapevoli che praticare quest’obiettivo rappresenta la volontà di ristabilire democrazia laddove c’è soltanto imposizione.
Quel che è certo è che nel lungo corteo che si snoderà da via M.T. Di Calcutta ci sarà spazio per tutte e tutti: perché quel che più conta, al di là delle pratiche di ognuno, è condividere un percorso che fonda la nostra indipendenza dalle servitù militari. È il coraggio di esserci ancora una volta, anche se loro ci vorrebbero chiusi nelle nostre case, impassibili e passivi a quanto accade sotto le nostre finestre.
Siamo tanti piccoli sognatori e sabato torniamo in strada: indipendenza, dignità partecipazione. La terra si ribella alle basi di guerra.


http://www.globalproject.info/

fanculo all'anarchismo borghese (http://www.undo.net/cgi-bin/openframe.pl?x=/cgi-bin/undo/magazines/magazines.pl%3Fid%3D%26riv%3Dmilpiani%26home%3D1)

martedì, giugno 30, 2009

ESPLICAZIONE DELL'ASTENSIONISMO POLITICO E ATTIVO

Allora in sti giorni sono attacato al pc,a causa di un esame che diocane ho gli appunti solo su powerpoint.così che ho tempo di allietarvi sul blog.

Allora..APRIAMO UN DIBATTITO.

I) Perchè è sbagliato votare?
Come da titolo del post precedente,il voto non è nient'altro che la briciola che ti danno per farti sentire libero di vivere e di scegliere chi ti deve governare.Ora,mentre ti dicono chi puoi scegliere fra chi te la mette in culo,ti rubano della libertà,quella vera,e della vita,giorno dopo giorno,ora dopo ora.Il voto non è nient'altro che l autorizzazione che si da al potere per sfruttare,uccidere,dominare.Il voto è un'illusione,l'illusione di poter scegliere.Una volta che i politici,industriali,mafiosi e sfruttatori di ogni risma hanno l'autorizzazione a procedere(ovvero il voto),vediamo come il consenso popolare davanti a guerre,leggi razziste,lager per immigrati etc etc non conti una beneamata mazza.Vediamo inoltre come ogni partito,da rifonda aL PDL si avvalga sempre degli stessi mezzi infami infamanti e coercitivi (FORZE DELL'ORDINE,ESERCITI,MAGISTRATI,GIORNALISTI) per poter portare avanti i propri fini.Vengono inoltre usati sempre gli stessi mezzi,come arresti/denuncie/pestaggi/uccisioni per troncare sul nascere ogni accenno di protesta e rivolta.La democrazia non è altro che un surrogato della dittatura: prima governava uno solo e i suoi sgherri,ora ti prendono per il culo..ti fanno addirittura scegliere le 900 persone che si siederanno in parlamento a decidere della tua vita.Queste persone ovviamente quando decidono le cose le decidono in modo da non arrecare disturbo a quelle altre istituzioni(spesso e volentieri favorendole con leggi ad hoc),quali religioni banche multinazionali e industrie,che sono la causa di un degrado sociale/ambientale/intellettivo che noi tutti conosciamo bene.Il governo,in quanto tale,è ovviamente consenziente a tutte quelle pratiche di dominio sugli esseri viventi,quali guerre sfruttamento vivisezione e sfruttamento animale etc etc.Non mi pare inoltre che i governi e le leggi abbiano mai risolto nulla,anzi hanno sempre peggiorato la situazione in modo sempre più irrevocabile.Per loro noi dovremmo essere degli schiavi consenzienti,dovremmo essere felici che possiamo decidere chi ci schivizzerà.Tutto questo tralasciando ovviamente il pippone che avrei da scrivere ancora sul concetto di delega e sulla rispettabilità delle leggi,dello Stato e delle forme di potere sugli esseri viventi.
Detto questo,quando sento le persone dire che il voto puo' cambiare qualcosa,che se non voti non fai un cazzo..mi fa accoponare la pelle.
Io non voto per una scelta politica
Io non voto perchè non voglio autorizzare il potere,qualsiasi potere, a dominare,uccidere,sfruttare e a legiferare
Io non voto perchè,forse,mi interessa troppo la libertà di tutti gli esseri viventi,e queste persone e insituzioni politiche e economiche sono uno degli ostacoli maggiori al raggiungimento di quest'ultima.
Io non voto perchè le cose in cui mi impegno le faccio in modo diretto,personale,orizzontale e fuori da logiche di potere.
Ricordo inoltre come i C.I.E ( centri internamento ed espulsione per immigrati senza documenti) li abbiano creati nel 1998 sotto il governo di centro sinistra (con il voto di tutti i partiti tra cui Rifondazione,Comunisti italiani,Verdi etcetc).Ricordo inoltre come le ultime guerra a cui l'italia ha partecipato,ovvero Serbia Afghanistan e Iraq abbiano ottenuto il voto bipartisan,nonostante le milioni di persone scese in strada in quei periodi.E infine,come le forze dell'ordine siano sempre e comunque difese,salvaguardate e chiamate all'azione.
Soprattuto in un contesto piccolo come una cittadina dovrebbe essere ancora più chiaro: ci si guarda intorno e cosa vedi: persone ridotte a automi,contenti di esser schiavi e di dover sborsare soldi per ogni cosa,ambiente degradato e distrutto dalle varie aurelia bis e tris villette a schiera,centri balneari,cemento che invade mari e monti,una sterile routine quotidiana e tanta mancanza di libertà,non sto parlando di diritti( gentile concessione delle isituzioni, modellabili,sospendibili e revocabili quando gli pare e piace.
Avrei ancora da scrivere un marea,ma penso di essermi fatto capire
saluti a tutti

lunedì, giugno 29, 2009

FEEL THEIR PAIN 7




per chi non lo sapesse Senza Gabbie è una cassa di supporto a coloro che finiscono nei guai con la legge,nell'ambito di lotte per la liberazione Animale-Umano e della Terra.Oltre al concerto è importante partecipare a iniziative del genere per far si che determinate realtà antagoniste e radicali continuino a esistere,nonostante la continua repressione e i soprusi dello Stato,delle Industrie e di ogni sfruttatore.
yo yo

domenica, giugno 28, 2009

ti danno le briciole,ma ti tolgono il pane

e dopo le ronde,i medici-spia,i militari e i lager per immigrati..ecco il nuovo tassello al tecno-fascismo verso cui ci stanno facendo marcire...L'ARCHIVIO DEL DNA!!
non fate caso alle varie regole limitative che dicono di adottare ,i dna se li tengono scritti e conservati tutti per bene!
neanche nei migliori romanzi di fana-politica.da notare come siano esclusi i reati a sfondo economico e finanziario(certo non stiamo parlando di chi rapina una banca..quello è criminale terrorista!)




Un grande archivio del Dna da utilizzare per scoprire gli autori di crimini oggi difficilmente individuabili. Ieri il Senato con il sì bipartisan ha approvato le norme di recepimento del trattato di Prum che prevede l’istituzione di banche dati del Dna nei Paesi aderenti e la loro reciproca connessione. Nel nostro Paese, con la nuova legge sarà operativo un unico e molto più ampio archivio nazionale dei profili biologici.

Entro l’estate del 2010, a cura della polizia o della polizia giudiziaria (che potrà stipulare convenzioni con laboratori specializzati), dovrà essere completata la mappatura dei profili di tutte le persone detenute o sottoposte a misure alternative alla detenzione in seguito a sentenza irrevocabile, ma anche di tutti i soggetti sottoposti a custodia cautelare, arresti domiciliari, arrestati in flagranza o sottoposti a fermo.

Ma nella banca dati sono destinati a confluire anche i profili di sconosciuti, raccolti sul luogo del delitto, di persone scomparse o dei cadaveri non identificati. Nutrito l’elenco dei reati per i quali è escluso il prelievo forzoso dei campioni: da quelli fallimentari a tributari e sono stati aggiunti alla Camera anche tutti i delitti previsti in materia finanziaria dal Testo Unico.

L’accesso, sarà possibile solo a forze di polizia, ma i profili del dna non potranno contenere informazioni che permettano l’identificazione diretta del soggetto a cui sono riferiti. Solo dopo esito positivo del confronto sarà possibile agli investigatori ottenere il nominativo dell’interessato (previsti fino a 3 anni di reclusione per i pubblico ufficiale che fa uso e diffonde dati in violazione della disciplina di protezione). I profili potranno essere conservati per un periodo di tempo che verrà fissato dal regolamento applicativo e, comunque non potrà essere superiore a 40 anni, mentre i campioni biologici verranno distrutti non oltre i 20 anni.

Distrutti d’ufficio i campioni e i profili acquisiti nei confronti dei soggetti assolti con formula definitiva o se le operazioni di prelievo sono state effettuate in maniera irregolare. Se l’autorità giudiziaria considera necessaria l’effettuazione di un prelievo forzoso nei confronti di chi non è iscritto nel registro degli indagati, emette un ordinanza soggetta solo a due condizioni: che si proceda per un reato non colposo punito con almeno 3 anni di carcere e che l’accertamento sia assolutamente indispensabile per la prova dei fatti. In caso di rifiuto è sempre prevista la possibilità dell’accompagnamento forzoso. Il Pm potrà procedere solo dopo autorizzazione del Gip, ma è introdotta anche una procedura d’urgenza che prevede la convalida solo successiva, entro 48 ore, da parte del giudice.

MEGAVIDEO OSCURATO IN ITALIA.....E GIA SI PENSA A COME FARE A RAGGIRARE IL TUTTO

I film in streaming sono stati, insieme al social network Facebook, il vero fenomeno del web in questo ultimo anno, infatti in poco tempo internet si è popolato di siti e blog che permettono di guardare film online sul pc senza scaricare niente.
Come è facile capire questa pratica non è assolutamente legale perchè viola le leggi sul copyright, e infatti ultimamente la polizia postale sta pian piano facendo chiudere tutti i siti che forniscono link al servizio di videosharing Megavideo, dove gli utenti caricano i film per condividerli con gli altri.

Basti pensare che dopo la chiusura del forum AnimeDb avvenuta qualche tempo fa, solo nell'ultima settimana sono stati fatti chiudere diversi altri siti come Vedogratis, iFilmissimi, ItaliaFilm,....

Ma la notizia più tragica per tutti gli utenti che ormai erano abituali fruitori dei film in streaming è arrivata ieri, Megavideo è stato chiuso, o meglio dire oscurato e non è più raggiungibile dagli utenti che tentano di accedere dall'Italia, o almeno non da tutti visto che per ora è stato oscurato sulla maggior parte dei dns server di isp nazionali, ma presto non sarà più raggiungibile da nessuno.

Naturalmente l'oscuramento è aggirabile utilizzando proxy internazionali o servizi come Megastreaming.tk, ma vista la dura lotta in corso contro il fenomeno dei film streaming meglio non rischiare perhè potrebbero esserci sanzioni anche per gli utenti che tentano di fare i furbi!






Ma porcalamadonna cagna puttana ma si può fare mille sbattimenti per guardarti un cazzo di video in streaming?????e oltretutto non tutti i video su megavideo sono coperti da diritti d'autore!!!!!!!!!!
Bisogna fare qualcosa perchè qua c'è in gioco la nostra libertà di scelta raga!!!!!!!!!!

venerdì, giugno 26, 2009

Sanremo: ecco il 'pacchetto sicurezza' di Zoccarato

Sanremo: ecco il 'pacchetto sicurezza' di Zoccarato

“In città abbiamo vissuto in assenza di regole per 70 anni e siamo andati ad operare sui punti fondamentali”. Lo ha detto il Sindaco di Sanremo, Maurizio Zoccarato, presentando il ‘pacchetto sicurezza’, che dovrebbe entrare in vigore tra una decina di giorni, dopo l’approvazione del Prefetto. Sicurezza ma anche decoro in città negli intendimenti del Sindaco.

Sarà vietato, ad esempio, girare per la città e mangiare a torso nudo. E’ già previsto nell’ambito del regolamento di Polizia Urbana. Ma verranno inasprite le pene, arrivando a 500 euro di multa. Sarà anche vietato gettare rifiuti fuori dai contenitori, i bivacchi dei clochard, le deiezioni in luoghi pubblici e bagnarsi nelle vasche pubbliche.

Verranno presi di mira luoghi chiave per i malviventi come piazza Colombo, via Martiri e piazza Eroi, dove c’è la maggiore ‘insicurezza’. In piazza Colombo, alla stazione dei bus ed ai giardini Medaglie d’Oro, sarà vietato (24 ore su 24) consumare bevande alcoliche al di fuori degli spazi dei bar e dei ristoranti. Sarà vietato sedersi sulle scale e sui bordi delle fontane. Verranno tolte le panchine, tranne quella attorno al pino. In piazza Eroi, piazza Muccioli, via Martiri, via Pietro Agosti, dalle 20 alle 7 sarà vietato consumare alcol, sedersi sulle scale e sugli ingressi dei portoni privati, con sanzioni da determinare ma che potranno arrivare a 500 euro.

Giro di vite a chi affitterà in nero agli irregolari. “Cerchiamo di tutelare la dignità umana, senza dimenticare le pandemie presenti nel Mondo” ha detto Zoccarato. Sono già state elevate diverse contravvenzioni. Chiunque da alloggio ad extracomunitari, senza permesso di soggiorno, dopo la prima violazione dovrà intervenire altrimenti sono previste sanzioni anche nei suoi confronti. E questi proprietari ‘pizzicati’ ad affittare in nero, non potranno presentare pratiche edilizie, tranne in casi di estrema necessità.

Abusivismo commerciale: gli interventi sono previsti verso qualsiasi tipo di venditore, anche se non espone merce, conservandola in borsoni e sacchetti. Per vendita abusiva si intenderà anche quella dei cingalesi, che propongono fiori e oggettistica varia. Oltre alla multa è prevista anche la confisca della merce.

Divieti per tutela patrimonio pubblico e decoro degli edifici: antenne e parabole dovranno essere posizionate sui tetti. Sono previste sanzioni anche per atti di vandalismo verso il patrimonio pubblico. Multe da 500 euro oltre al ripristino del danno. Se entro 60 giorni i lavori non verranno eseguiti, li farà il Comune con i costi a carico dei genitori. Sempre in tema di decoro sarà vietato stendere panni e tappeti in piazza Bresca, piazza Sardi e nella Pigna. Previsto il divieto di fumare nelle aree verdi e nei parchi gioco per bambini. In tutti i casi sono sempre previsti 500 euro di multa.

Verranno riproposte le ordinanze contro il vagabondaggio e la prostituzione su strada.

“C’era già qualcosa ma, in fondo, non c’era nulla – ha detto Maurizio Zoccarato - anche perché non veniva applicato nulla. Da oggi le regole devono essere rispettate e vogliamo essere rigidissimi. Per questo ci affideremo alle forze dell’ordine, ringraziando quanto ha fatto il Prefetto. La gente deve capire che a Sanremo non si può delinquere come si vuole. In un secondo tempo andremo anche ad insegnare a chi vive in città che anche il decoro è importante. Abbiamo cercato nel codice le regole più rigide e sono certo che tutti saranno soddisfatti per queste decisioni”. Vista l’esiguità del personale sembra difficoltoso la messa in atto di queste nuove regole: “Abbiamo promesso a Frattarola di fornire un miglioramento dell’organico – risponde Zoccarato - visto che per noi è un buon biglietto da visita un corpo di Polizia Municipale adeguato. La nostra volontà è quella di proseguire negli ottimi rapporti con le forze dell’ordine. La priorità assoluta è quella di dare un maggiore organico alla Polizia Municipale, compatibilmente con la situazione economica del Comune, ora tragica”.

Zoccarato ha poi parlato della delega alla sicurezza: “L’ho tenuto perché, essendo alla base del nostro programma, ritengo che un Sindaco possa dare un apporto maggiore, rispetto ad un Assessore. Non penso che bisognerà avere paura di camminare per strada, anzi si dovrà essere più tranquilli, camminando in città”. Dal 1° settembre, intanto, è previsto un censimento degli alloggi ma Zoccarato promette, dalla prossima settimana, la ‘tolleranza zero’: “Alla fine del nostro mandato – ha detto - saremo la città di riferimento per la sicurezza”. Previsto anche un nuovo regolamento per i Camper, che non potranno più sostare in centro. Zoccarato ha anche detto che non ci sarà nessuna area attrezzata, nemmeno quella prevista in Valle Armea dalla precedente amministrazione.

FONTE : SanremoNews

giovedì, giugno 25, 2009

SUPPORTATE BASTARDI!!!!!


martedì, giugno 23, 2009

HipHop from Angola

Calibre 58 - Soldados Civis

Atrás do Prejuízo

lunedì, giugno 22, 2009

eddai veniteci! :P

Sapete dove, ora sapete anche quando!
Parte la stagione 2009 del PollaYO!
Vi aspettiamo numerosi (come sempre)!

sabato, giugno 13, 2009

MINCHIA BLING BLING

sabato, giugno 06, 2009

UN BRANO CHE DEFINIREI 'LETTERARIO'


VI DICO SOLO CHE IERI SERA IO E PEPPO CI SIAMO BEVUTI UN BIRRA INSIEME A STO QUA

martedì, giugno 02, 2009

IL CULTO E' VIVO ! ! !


E ALLORA ! !

domenica, maggio 24, 2009

ROMEO AKA DA KING

BILLY MA CHECCAZZOFAIIIIIII??????????


Alessio Saro, attore 33enne, è uno dei volti delle geniali parodie della Shortcut Productions. Con gli pseudonimi di Nick Malanno e Billy Ballo è uno dei personaggi più noti, insieme a Maccio Capatonda (alias di Marcello Macchia), degli sketch che rappresentano le punte di maggiore comicità delle ultime edizione di Mai Dire e dell’All Music Show. Insieme ad altri è anche protagonista del “Piccol“, gli spot surreali ispirati alla catena di discount Lidl che stanno spopolando in rete. L’uomo è stato arrestato nella sua casa di Sesto San Giovanni con l’accusa di aver circuito, allo scopo di avere rapporti sessuali con lei, una ragazzina 13 enne conosciuta tramite Facebook (vedete anche il commento su Pinkblog).

Secondo la Squadra Mobile di Milano, che ha ricostruito la vicenda grazie alla denuncia della madre della ragazza, Saro avrebbe approfittato della s

ua notorietà per convincere la ragazza ad incontrarlo nel suo appartamento, mentendo ai genitori. L’attore avrebbe anche chiesto alla ragazza di mentire alle autorità, ma dalle indagini è stato possibile ricostruire che l’uomo era consapevole dell’età della sua vittima.

Ad interrompere l’illecita relazione fra i due l’intervento della madre che, dopo aver visto un uomo adulto che veniva a prendere la figlia sotto casa, ha trovato tracce delle conversazioni su internet della 13enne con Saro e ha sottoposto la ragazza ad una visita medica che ha confermato il rapporto sessuale. Ora l’attore dovrà rispondere in Tribunale dell’accusa di circonvenzione di incapace e di violenza sessuale.

FONTE: BLOGTV


sabato, maggio 23, 2009

RICORDI???

venerdì, maggio 22, 2009

E OLE'!!DAJE TUTTAAAAAAAA

martedì, maggio 19, 2009

VI REGALO UN PO DI ILARITA'


mercoledì, maggio 13, 2009

sempre il 16/05. alla faccia di chi sta a bolo a sentirsi i DSA o a suonare al kindergarten!

annoi ce ne andiamo avvedere gli skruigners @ fuckinimperia city (IM). fek

martedì, maggio 12, 2009

16-O5-09 DSA COMMANDO LIVE @ BLOGOS, BOLOBOLOCITY


martedì, maggio 05, 2009

16/5 HARDTEK TO DA BONE PT 3 SPECIAL GUEST KEYGEN KAOTIC (LDAC) @ KINDERGARTEN (BO)

16/5 0k front



16/5 ok back




P.S. Ma il blog allora è veramente morto????????

lunedì, aprile 20, 2009

1/5 KILLER CLOWN PROJECT PER AIUTARE I TERREMOTATI IN ABRUZZO!!!

1/5 front okback

Gli incassi saranno devoluti(fatta eccezione per le spese del locale,siae ecc.)e registrati per aiutare i terremotati in abruzzo!!!!
SUPPORT!

domenica, aprile 19, 2009

16 maggio @ La Talpa. PER DIO ! ! !



ditemi quello che volete, ma a me gasano ancora di brutto ! ! YO

sabato, aprile 18, 2009

YO REGAZ, ANDIAMO AL MARE CAZZO...

sabato, aprile 11, 2009

Un vaffanculo a......

giovedì, aprile 09, 2009

EASTER BUNNY


lunedì, aprile 06, 2009

se qualcuno se la sente commenti....ma c'è poco da dire

ma cos'è?? cous cous? briciole?!? pus coagulato?!?

martedì, marzo 31, 2009

ER COLLE SOPRA AR CRASH BOLOGNA 4 APRILE 2009


venerdì, marzo 27, 2009

Una lezione di vita.....



L'ultima lezione tenuta da Randolph Frederick Pausch, professore di informatica all'Università di Pittsburgh (Pennsylvania) consapevole di stare morendo a causa di cancro al pancreas.... una vera lezione di vita.

venerdì, marzo 20, 2009

annullato! (merda)

mercoledì, marzo 18, 2009

PAUSA CAFFè??CE L'AVETE UNA FOTOCOPIATRICE??

mercoledì, marzo 11, 2009

AIUTO ALLARME BASTA AHIA FANCULO


Internet, la norma
La mobilitazione
Il "pacchetto sicurezza" in questi giorni in discussione alla Camera
contiene una norma capestro, già passata al Senato, che rischia di oscurare
molti siti
internet. Consentirebbe alla Polizia postale di chiudere in Italia chi
"invita a disobbedire alle leggi", una formulazione talmente vaga da far
paura.
Parte dunque la campagna "la rete ti libera", promossa da numerose testate e
blog
diida rodano
Abbiamo ancora un mese di tempo, dopo di ché la Camera dovrebbe votare sul
decreto sicurezza già approvato al Senato: per intenderci, quello che
legalizza
le ronde e chiede ai medici di denunciare i clandestini. Ma nel pacchetto
che si è iniziato a discutere oggi in Commissione Affari Costituzionali c'è
anche
una norma "birmana" sull'informazione e le comunicazioni in Rete: un
emendamento scritto da Gianpiero D'Alia (Udc) prevede infatti l'oscuramento
completo
di tutti i siti in cui ci sono apologie di reato o istigazioni a delinquere.

Infilato all'ultimo minuto, l'emendamento D'Alia avrebbe un effetto
esplosivo perché consentirebbe alla Polizia postale (senza l'intervento
della magistratura)
di chiudere in Italia non solo siti come Facebook e YouTube - i cui
contenuti sono prodotti dagli utenti e che quindi non mancano di componenti
scorrette
- ma anche migliaia di blog dove basterebbe un commento "sbagliato" inserito
da un lettore per far abbassare la serranda all'intero sito. Per non parlare
dei numerosi siti e quotidiani online che, su internet, tentano di dar vita
ad esperienze di comunicazione critica e non omologata.

La norma è inutile, ed è dannosa. Inutile perché viene introdotta in nome
della lotta contro i reati di istigazione a delinquere via internet quando
esistono
già numerose misure giuridiche atte a perseguire eventuali abusi e reati
commessi tramite internet.

La norma è pericolosa. Perché prevede di perseguire chi "invita a
disobbedire alle leggi", una formulazione così vaga da consentire di colpire
giornali
on line, siti di comunicazione orizzontale, blog, qualunque espressione
critica, qualunque informazione e linguaggio "non in sintonia".
E ancora, vista la vastità di informazioni in Rete, chi e con quali
strumenti, secondo il legislatore, ci si appresta ad esercitare il
controllo? E' facile
immaginare "ronde telematiche" dove presunti "vigilantes" denunceranno il
pericolo di "reati possibili" chiedendo al governo di oscurare interi siti.
Ovvero, l'intenzione del legislatore è quella di introdurre una sorta di
"censura preventiva" attraverso le maglie larghe della definizione
dell'ipotetico
reato.

CHE COSA HAI DETTO ?!?!!?

martedì, marzo 03, 2009

è probabile che muori

domenica, marzo 01, 2009

21/3 TOTAL DESTROY PT 2 @ KINDERGARTEN (BO) SPECIAL GUEST OSMIK----10-13/04 PASQUATEK 09 NORTH ITALY AREA





pasquanomi

giovedì, febbraio 26, 2009

VENERDI 27 FEBBRAIO LIVE @ T.P.O. BOLOGNA


IDENTITA SEGRETE?DISTRUGGI IL NEMICO

PER CHIUNQUE NON AVESSE CAPITO CHI SIA IL POVERO SFIGATO CHE INSULTA
http://img9.imageshack.us/my.php?image=idiota.jpg
LA FOTO GIA OVVIAMENTE PARLA DA SOLA.

Pesce dalla testa trasparente…? Macropinna microstoma

Questo pescione marino, abitante delle grandi profondità, fa in effetti un po’ impressione, con la sua testa trasparente…e il resto del corpo scuro, normale.
Il suo nome è Macropinna microstoma ed è stato studiato in questi ultimi anni dal Monterey Bay Aquarium Research Institute.

Grazie agli occhi tubulari il pesce riesce a raccogliere molta luce e ha sviluppato una sorta di “vista a tunnel” che gli permette di sopravvivere anche nell’oscurità degli abissi oceanici.


Il pesciolino dalla testa trasparente su Yahoo! Video

martedì, febbraio 24, 2009

LE GRAN FESTIVAL DEL NOSTRO COMUNE

Rai e Mediaset: centralità anti Sky
Chi vince ha sempre ragione, e a noi non resta che cercare le ragioni di questa vittoria. Si è parlato molto di contaminazione (ieri al Tg1 dotta disquisizione fra Bonolis e il prof. Giorgino) e forse è il caso di capire in cosa consista questa conclamata ibridazione. Molti giornali hanno titolato «Raiset», quasi che la costruzione di questo Festival sia stata organizzata con la complicità di Mediaset («prestito» concordato del conduttore, Maria De Filippi, blanda contro programmazione, ecc). Diciamo che Rai e Mediaset avevano interesse a ribadire, alla luce del sole, la centralità della tv generalista nel nostro sistema mediatico. Se hanno unito le forze, lo hanno fatto per combattere l'offerta tematica di Sky che non potrà mai raggiungere le audience straordinarie dei grandi eventi.
Bonolis aveva tra le mani un corpo agonizzante. Per dargli ossigeno ha provveduto a due importanti raid linguistici. Trasformare la platea catatonica dell'Ariston in una discoteca per trasferire al pubblico di casa l'immagine di vitalità, di festa, di divertimento: se vuoi che gli altri si divertano devi essere tu il primo a dire che ti diverti. Poi c'era la cerimonia delle quattro serate, Bonolis le ha trasformate secondo i canoni dominanti del talent show. Sanremo sembrava «Amici»: ha ospitato la dark lady di «Amici», ha convogliato il pubblico di «Amici», ha agevolato la vittoria di un cantante di «Amici». Curioso che il Foglio sia stato l'unico giornale che ne abbia previsto in anticipo la vittoria. Le iniezioni del modello talent show (l'unico modo oggi di vedere, e sentire, la musica in tv) hanno permesso anche a vecchie glorie come Albano, Lavezzi, Leali, Paoli, Vanoni, la PFM, Pupo, Pravo di rivivere una o più serate di gloria.
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A questo punto è facile parlare di «bonolizzazione» del Festival (contando, per alcuni, sul cambio di vocali), chiarendo però che dinamizzare il palco e la platea dell'Ariston non è facile. Nel recente passato non ci sono riusciti presentatori come Carrà, Ventura, Panariello, Chiambretti e, ovviamente, Baudo. Con Bonolis ha vinto Lucio Presta che ha imposto i suoi uomini nei posti chiave; il che vuol dire che Sanremo è stato sfilato dalle mani di un altro produttore famoso, Bibi Ballandi. I dirigenti della Rai erano in prima fila, felici e contenti. Ma, a parte i bravissimi tecnici, la verità è che la Rai sta ormai appaltando tutto. Persino le idee, persino la sua sopravvivenza.
Aldo Grasso

giovedì, febbraio 19, 2009

LUCA ERA GAY!!!!

Beh che dire... Elio è sempre Elio...